Gabriel Conroy protagonista di “The Dead” di James Joyce
Posted by mnemosineeorfeo su Maggio 2, 2009
“The Dead” è considerato il racconto più riuscito della raccolta Dubliners, pubblicata nel 1914 dall’editore Grant Richards come un libro organico di quindici racconti incentrati su quella “paralisi” che sembrava aver colpito i dublinesi e la città di Dublino all’inizio del XX secolo.
Scritto tra luglio e agosto del 1907, quando Joyce era di ritorno a Trieste dopo un breve soggiorno a Roma, “The Dead” è solitamente considerato “a ghost story”, ma è soprattutto un racconto musicale e una storia di richiami memoriali, dove la memoria e la musica sono fili sottili che si alternano e si intrecciano, si accordano durante la festa e creano un’eco simbolica e duratura che alla fine del riverbero lascia spazio a un silenzio quasi surreale in cui si svolge la meditazione del protagonista, Gabriel Conroy. Gabriel medita sullo stato delle cose nel suo presente, ma anche su ciò che è stato e ciò che sarà sua vita.
Il racconto si snoda nell’arco di quattro o cinque ore, in una sera tra Natale e la festa dell’Epifania. In queste poche ore, Gabriel è assente, sfuggente, insofferente a quel falso clima di festa che ogni anno è costretto a subire per amore di una tradizione che si rinnova, simbolo dell’ospitalità irlandese e, nello specifico, delle zie, le signorine Morkan, personaggi musicali e specchio della mediocrità di una società legata a valori ormai del tutto svuotati della loro essenza.
Alla fine della serata, quando la moglie Gretta vive qualche attimo di sospensione dal presente e ricorda, con forte emozione, un suo vecchio amore, Michael Furey, morto per lei in giovanissima età, Gabriel vive il momento dell’amara rivelazione: la sua personalità si è dileguata assieme con la sua identità, e questa drammatica dissoluzione dell’essere, come la consapevolezza della mancanza di amore che ha caratterizzato la sua vita, relega Gabriel alla compagnia degli spettri dell’Ade.
Pubblicato su www.ilpendolo.info il 30/04/2009
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