Composto tra il 1802 e il 1803, A Zacinto celebra l’isola greca di Zante dove Ugo Foscolo ebbe i natali e trascorse i primi anni della sua infanzia. Come tutti i sonetti foscoliani, densi di sentimenti contrastanti che oscillano tra la nostalgia di beni perduti e la disperazione per la loro perdita, anche questo canto alla terra “materna” si risolve in un nostalgico e malinconico sfogo di moti interiori.
Il poeta, esule e solo, ricorda e rimpiange da uomo infelice i luoghi della sua fanciullezza. Così, Zacinto risorge, nell’ampio universo del ricordo, in tutto il suo fascino, come simbolo di quel mitico mondo pagano che il poeta ha sempre vagheggiato come modello perfetto di bellezza. I temi del ricordo, della bellezza e dell’esilio tessono infatti la loro trama attraverso una serie di riferimenti al mito greco, alla bellezza del “primo sorriso” di Venere, al “diverso esiglio” dell’Ulisse omerico. Leggi il seguito di questo post »
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Il ricordo dell’infanzia di Ugo Foscolo
Posted by mnemosineeorfeo su febbraio 20, 2010
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