Qualche giorno fa mi ha chiamato Carlotta.
Mi ha chiesto come stavo e, senza lasciarmi il tempo di rispondere, ha cominciato a raccontarmi come stava andando in quel periodo la sua vita.
Ha detto che non ha ancora trovato una rotta, la luce, quel faro che l’aiuta a seguire un percorso forse fatto di epifanie.
Io ascoltavo senza cogliere il senso delle sue parole.
Carlotta quella mattina si è fermata a pensare guardando il cielo distesa su un prato. Pare abbia scorto, così, col naso in su, una nuvola che sembrava un castello di panna. Ha chiuso gli occhi e ha cominciato a fantasticare.
Chissà quanto diversa sarebbe stata la mia vita se fossi nata in un castello. Se mia madre fosse stata una regina e mio padre un re. Se fossi stata circondata da cavalieri e dame, se fossi stata bionda e alta. Chissà come sarebbero stati i rapporti con quelli più poveri di me. Leggi il seguito di questo post »